Ambra Vielmi, 5 volte Campionessa Italiana, 2 volte Campionessa Europea, qualificatasi per il Torneo Olimpico di Beijing nel 2008, racconta ai lettori di Primavere e Autunni gli inizi della sua esperienza Marziale e come questa sua scelta le ha cambiato la vita.
Che cosa ti ha spinta ad iniziare la pratica?Il sogno…il sogno di poter indossare un giorno il Chimono…quest’abito così diverso da quelli che conoscevo io da bambina…e il sogno di avere la saggezza dei guerrieri dentro ai Chimono…
Quali difficoltà hai incontrato?La difficoltà maggiore che ho incontrato durante gli anni di pratica è stata trovare il tempo per praticare, per allenarmi…ma quando una persona ha dentro il fuoco della passione trova sempre un modo per alimentarlo e cosi da ragazzina (ho cominciato la mia avventura all’età di 13 anni con il Judo) trovavo tutti i modi per andare a lezione e crescendo ho fatto scelte molto difficili e rischiose nell’ambito lavorativo pur di poter continuare a praticare il kung fu e soprattutto il Sanda…
Per fortuna sono una che non molla mai, come mi definiscono gli amici sono una guerriera! Non ho nessun rimpianto, rifarei tutto allo stesso modo compresi i sacrifici economici, i sacrifici alimentari (ho fatto diete durissime per restare nella mia categoria -52), ho rinunciato a qualsiasi altra possibilità di praticare altri sport per non compromettere gli allenamenti e di conseguenza i risultati…
Ho trovato nel gruppo della palestra una seconda famiglia, quando condividi passione, gioie e fatiche con qualcuno, questo qualcuno diventa parte di te…senza il mio gruppo in palestra non avrei ottenuto i risultati che ho ottenuto anche se ovviamente da parte mia c’è stato sempre il massimo impegno e la priorità su tutto era il Sanda…anche durante il lavoro i miei movimenti il mio pensiero erano rivolti alle tecniche di Sanda…
Come vivi i momenti prima di ogni competizione?Prima di una gara l’adrenalina è a mille, la paura e l’incertezza cercano di impadronirsi di te, le forze sembrano abbandonarti, è li che esce l‘Atleta, esce la grinta, la mente deve prendere il sopravvento e dominare le emozioni, deve guidarle e rendere la loro energia positiva e concretizzarla al fine di dare il meglio di te stesso…allora li mi concentravo e cercavo dentro di me la calma di una montagna e la tenacia di una tigre, poi via dopo il primo colpo tutto diventa più fluido…il mio obbiettivo è sempre stato dare il meglio delle mie potenzialità e tutto il cuore al di là del risultato…
Al di fuori della palestra e del tappeto di gara ritieni che la pratica ti abbia in qualche modo aiutata?Praticare Arti Marziali mi ha reso più sicura di me nell’affrontare la vita di tutti i giorni con tutte le sue sfaccettature, riesco a mantenere il controllo con più serenità e a trasmettere calma e sicurezza agli altri…provare per credere, sarà chi ci è vicino a farci notare i cambiamenti…
Indubbiamente consiglio a tutti di praticare Arti Marziali in genere, in particolare il Sanda e il Tai Chi…il Sanda perché è un’Arte Marziale completa e soprattutto rispettosa dei valori umani…ho partecipato a molte competizioni di paese, nazionali, internazionali, e addirittura al torneo di presentazione parallelo alle Olimpiadi e vi garantisco che tra Atleti vige il massimo rispetto…anche nel momento in cui c’è una forte disparità tecnica il campione ha sempre rispetto dell’avversario e questo in uno sport di contatto come il nostro la dice lunga…
Per tutti i principianti che vogliono avvicinarsi al Sanda, ognuno col proprio obbiettivo, chi vuole allenare il corpo, chi la mente, chi l’istinto, chi l’autodifesa e a chi vuole mettersi in gioco al 100 x100 e salire sul Lei Tai, dico : provate e non smetterete più!!!
A tutti in abbinamento al Sanda consiglio la pratica del Tai Chi, yin e yang che lavorano insieme per mantenere l’equilibrio del corpo, della mente, dello spirito…
Dal momento che non abbiamo letto il tuo nome nelle convocazioni della nazionale nè tra i partecipanti degli ultimi campionati italiani, riusciremo a vederti nuovamente sul tappeto o hai definitivamente deciso di dire addio alle competizioni?Per quanto riguarda le competizioni internazionali dopo il successo all’Europeo ove ho riconfermato il titolo Europeo per la seconda volta e son stata premiata come Miglior Atleta Donna del Torneo ho deciso di fermarmi…come ho detto prima i sacrifici sono molti e visto che dalla federazione aiuti economici non ne arrivano non posso continuare a vivere con mezza giornata di lavoro perché l’altra metà la devo dedicare agli allenamenti per poter competere a questi livelli, in oriente mica lavorano! Si allenano 6/8 ore al giorno e vengono pagati! Considera che per i miei ultimi risultati, ove ho dato lustro alla nazione Italia non ho avuto un euro! Ma lasciamo perdere, se l’avessi fatto per i soldi non avrei nemmeno cominciato! Quindi visto che è la passione che mi guida ho deciso di aprire una mia Associazione dove trasmettere la mia esperienza a chi vuole imparare, quindi ci rivedremo presto sul Lei Tai con il mio Team Tigre Bianca…
Cosa è stato per te il torneo olimpico del 2008?Qui tocchi un tasto che và dritto al mio cuore…cosa è stato per me il torneo olimpico del 2008? Grande preparazione, grandi rinunce, grandi amici, e enormi emozioni…
Al di là dell’organizzazione del viaggio che questa volta è stata catastrofica (sarà che è avvenuta nel cambio di gestione dei vertici della federazione? Spero siano migliorati per il Canada…) ho avuto l’onore di stare con i migliori al mondo…ho legato con la nazione dell’Iran che mi è stata vicina e mi ha aiutata nelle fasi di riscaldamento pre-gara visto che non avevo il coach, (causa scelte politiche)…la competizione in sé è stata ad altissimo livello, la mia avversaria è stata l’atleta Filippina che era arrivata seconda al mondiale, sugli spalti ho avuto il tifo più scatenato di tutto il torneo, Consuelo, Anita, Manuel approfitto per ringraziarli ancora una volta, che con
la bandiera italiana e il loro tifo hanno saputo coinvolgere tutto il palazzetto!! Come ogni incontro è cominciato con una fase di studio, il primo round aggiudicato alla Filippina, nel secondo salgo ancora più concentrata e determinata e lo vinco nettamente, non si reggeva più in piedi e nonostante questo uno dei cinque arbitri di sedia ha dato un voto a suo favore…al terzo round ho combattuto con grinta, potenza e tecnica ma non c’è stato niente da fare non avevo gli occhi a mandorla a sufficienza perché mi fosse riconosciuta la vittoria…al verdetto la filippina piangeva a dirotto perché sapeva di aver perso e invece si è trovata col braccio alzato…mi è venuta voglia di andarmene invece ho rivolto il saluto a tutti soprattutto al pubblico, e ho guardato dritto negli occhi il capo giudice e ho scosso il capo delusa e arrabbiata…pensa che nel villaggio olimpico ho incontrato atleti di altre nazioni (tra cui Muslim)che mi hanno fermato e con una mano sulla spalla mi hanno detto hai vinto tu…per 3 giorni non ho parlato più con nessuno, tanta è stata la delusione che anche nel mio amato kung fu ci potessero essere queste brutte cose, addirittura nella cerimonia di chiusura dei giochi olimpici all’interno del nido d’uccello ho incrociato un’ arbitro molto conosciuto nel Sanda che al mio sguardo diretto ha abbassato gli occhi e girato il capo dall’altra parte…ma come
dice Consuelo, “non è forte colui che non cade mai ma colui che quando cade si rialza…”e così ho fatto, certa delle mie potenzialità ho combattuto un’ europeo eccezionale…i fatti mi hanno dato ragione…ora mi dico che và bene così che è passato tutto ma ti garantisco che quando rivedo quell’incontro dentro mi si scatena un uragano di emozioni…
Grazie per aver dedicato il tuo tempo a questa intervistaTi ringrazio di questa chiacchierata e mi congedo col motto del Team Tigre Bianca
“CHI COMBATTE RISCHIA DI PERDERE, CHI NON COMBATTE HA GIA’ PERSO”