sabato 27 settembre 2008

Jet Li: le origini.

Shaolin Temple è il film che ha dato il via alla straordinaria carriera di Jet Li nel mondo del Cinema di Arti Marziali.
Ecco qua alcuni spezzoni.

sabato 20 settembre 2008

Wushu The Movie.

Il nuovo film diretto da Antony Szeto verrà rilasciato in cina tra la fine di settembre ed ottobre.
Szeto, il quale ha anche dato origine alle coreografie dei combattimenti all'interno della pellicola, ha affermato di voler rendere le lotte il più realistico possibile ed infatti, per amor del vero, all'interno del film non troveremo uno stile standard ad accompagnare i protagonisti, ma vari stili del Wushu quali Sanda, Southern Fist, Shaolin ecc...
Il cast del film è garantito in primis dallo stesso Szeto che fu membro del Team Australiano e si allenò nell'Università dello Sport di Beijing, e da numerose partecipazioni di valore quali quelle di Sammo Hung, Liu Feng Chao e Wang Wen Jie.
Ecco i trailer:


sabato 13 settembre 2008

Ragazze Musulmane praticano Wushu.

Queste ragazze della scuola di St. Maaz mostrano in un servizio di Sky News le loro abilità acquisite nella pratica del Wushu.

lunedì 8 settembre 2008

What is Wushu? Wushu is my life.

Ovvero “Oggi è un buon giorno per morire”.
Scrive Alfredo Tucci nell’editoriale di Budo International di giugno 2008: “[…]una volta chiamato, il Ronin entra in azione con tutto il suo essere. Così la sua formazione glielo impone ed è lì, in quella dedizione assoluta, che radica tutta la forza del suo archetipo. […] Per il Ronin questo è possibile grazie al suo disinteresse, ma non di meno per la sua passione. […] Disinteresse totale, al quale ha già consegnato la sua vita e non sembra toccato dalla morte, perché essa è un destino ineludibile e totalmente assimilato.” A questo fa riferimento il detto Lakota sopra citato. I Ronin sono i Samurai erranti il cui codice recita: “Se mi chiamano vado, se no non vado”. Discreti, dediti al loro ruolo, disinteressati a ciò che risulta essere dannoso o non conforme. Perché parlare ora dei Ronin e della loro dedizione? Perché ultimamente ci si è trovati di fronte a molte, troppe, idee errate delle Arti Marziali. Idee che nascono da incomprensioni e incompetenze in materia ed idee che nascono da tristi verità.
Il primo gruppo include, al primo posto, il luogo comune di violenza e irascibilità del Praticante di Arti Marziali. Questa affermazione nasce in primo luogo dall’ignoranza in questo campo ed in secondo luogo da un effetto collaterale del secondo gruppo di idee. Praticare un’Arte Marziale non è come iscriversi in una palestra per fare aerobica o pesi. Praticare significa intraprendere uno stile di vita, dove l’aspetto del combattimento è, come grado di importanza, ultimo in classifica. Ai primi posti vi sono ricerca, consapevolezza, autocontrollo. Ricerca all’interno delle Arti Marziali e di se stessi, consapevolezza di poter risolvere situazioni di tensione e dei propri limiti, autocontrollo perché arrivare allo scontro è sentito come una situazione di sconfitta.
Nel gruppo delle tristi verità rientrano, purtroppo, numerosi casi di Palestre fittizie fondate da tanti nessuno che si sono inventati maestri. Tanti nessuno con una laurea in Marketing e Comunicazione, però. Questi “maestri” riescono a vendere ottimamente il loro prodotto pur non avendo alle spalle nessun tipo di ricerca nel campo se non quella su libretti scritti da loro simili. E da qua la decadenza che ormai affligge le Arti Marziali. Perché alla fin fine è un circolo vizioso: da queste palestre usciranno tanti nessuno violenti ed irascibili che andranno in giro a fondare altrettante società senza fondamenta. Così avremo tante palestre piene di burattini che si recano svogliatamente all’allenamento e che una volta lì guardano solo all’aspetto aerobico ed intanto testa e cuore vagano in altri luoghi.
Ecco come le Arti Marziali si trasformano in sport.
Alfredo Tucci, sempre nello stesso editoriale, scrive ancora: “Se le Arti Marziali hanno qualcosa di diverso è proprio il cuore; se sono qualcosa, sono un cammino con il cuore; se valgono a qualcosa, è perché si praticano con il cuore.” Ed è effettivamente proprio questo che fa la differenza: il cuore. Che poi può essere visto sotto forma di passione, di amore incondizionato, di dedizione.
Le Arti Marziali non si praticano nelle palestre super tecnologiche, si praticano con un Maestro, uno di quelli veri, dove capita, dove si può, anche in un parco all'aperto nel mezzogiorno estivo o sotto la pioggia. Perché l’Arte dà, incondizionatamente, a chi pratica e a chi insegna. Dà tutto quel che serve, quel che si desidera, quel di cui si ha bisogno, ed il tutto finisce per diventare un amore reciproco.
Tucci conclude così il suo editoriale: “ Che la passione vi consumi ogni giorno in quel fuoco interiore creativo che si chiama vivere, liberi e al tempo stesso impegnati, nell’implacabile stile dei Ronin: Liberi da ogni legame, ma dediti senza misura nella realizzazione della via con il cuore.” Per non vivere vite grigie e per Praticare come è giusto che sia. Perché in fondo, come (mi) disse maninellenuvole chi è un Praticante può smettere di allenarsi in palestra, ma non smetterà mai di farlo nel cuore.
Jaiyou!

sabato 6 settembre 2008

Con le Scarpe il Dao e il Kimono.

Per Xu Huihui niente pinne fucile ed occhiali sulle spiagge quest'estate, ma la tenuta da allenamento ed il fedele Dao (Sciabola), lo dimostra questo video cella CCTV (emittente televisiva Cinese) che ha intervistato l'Atleta della Nazionale Italiana.
Il video è fruibile al seguente link (anche se bisogna accontentarsi di guardare le immagini a meno che non si abbia qualche rudimento di lingua cinese):
CCTV Xu Huihui

Ed in mancanza di video più specifici riguardanti la Nazionale al Torneo Olimpico ci si può consolare con qualche foto.

(Xu Huihui mostra la sua medaglia d'argento)

(Xu Huihui in compagnia della Madre)

(Gli Atleti e gli Allenatori della Nazionale)

giovedì 4 settembre 2008

Wing Chun.

Il Wing Chun (Eterna Primavera) è uno Stile sviluppatosi al sud della Cina.
La leggenda narra che fosse stata la Monaca buddista Wu Mei a dare origine al Wing Chun dopo la distruzione del Monastero SiuLam. Le fonti, però, non confermano questa teoria, infatti gli scritti Shaolin risalenti al 1.600 delineano il Wing Chun come una sorta di Arte Marziale suprema ottenuta dalla fusione della sapienza di Shaolin e SiuLam per contrastare la dinastia Quing.
La particolarità dello Stile è data dal combattimento a breve distanza che obbliga a giocare tutto sulle sensazioni che si ricevono dal contatto con l'avversario. Si inizia con il contatto tramite le braccia per poi passare alle gambe ed infine a tutto il corpo raggiungendo una tale velocità che impedisce reazioni sufficientemente veloci basandosi solo su stimoli visivi.
Dunque si parla di uno Stile che per poter essere padroneggiato necessita più di un continuo allenamento che di tante teorie o fantasie.
Naturalmente, come ogni Stile del Wushu, anche il Wing Chun insegna a combattere chi è fisicamente più forte facendo in modo di sfruttare la sua forza a nostro completo vantaggio.

Changquan Maschile e nuove foto.

Ecco un nuovo piccolo aggiornamento sul Torneo Olimpico, finalmente comincia a girare un po' di materiale in più.
Potete trovare i video della competizione di Changquan Maschile al seguente link:
www.youtube.com/chibigatts

Mentre ai seguenti link ci sono nuove foto dei partecipanti durante le loro performance:
IWUF 1
IWUF 2
IWUF 3

martedì 2 settembre 2008

Intervista con il Maestro Giancarlo Cafferata.

Il Maestro Giancarlo Cafferata ha concesso un'intervista per i lettori di Primavere e Autunni dove spiega come sono nate la sua passione per l'Arte e l'idea di fondare il Centro Studi Discipline Orientali 2000 insieme al Maestro Luca Ghinolfi.

-Come è nata la sua passione per l’Arte?
È nata perché quando Ghinolfi ed io abbiamo assistito alla competizione dei Campionati Europei ne siamo rimasti entusiasti. Ne avevamo già sentito parlare, ma averla vista dal vivo, applicata, ci ha stimolati ed abbiamo intrapreso la pratica del Karate.

-Fu una decisione che prendeste insieme?
Sì, decidemmo insieme di iniziare la Pratica. Io e Ghinolfi facevamo molte cose insieme, è sempre stato un buon amico ed un uomo con delle belle iniziative.

- Per quale motivo ha deciso di aprire e gestire una società di Arti Marziali?
Volevamo divulgare l’Arte nel Tigullio (N.D.S. il Tigullio è una zona del levante ligure che va da Portofino a Sestri Levante), a quei tempi le uniche palestre erano o a Genova o a La Spezia e quindi non alla portata di tutti. Così grazie all’entusiasmo di Ghinolfi e con il supporto del Presidente Livio Tunesi abbiamo dato il via allo studio locale di quest’Arte.

-Incontraste delle difficoltà?
No, non mi pare, da quel che ricordo il nostro era un buon Presidente che sapeva districarsi egregiamente nelle varie pratiche burocratiche.

- Che cosa ha significato per lei l’Arte?
L’Arte è stata sicuramente un’esperienza positiva, mi ha portato un certa tranquillità a livello interiore, mi era anche più facile esprimere il mio stato d’animo. Inoltre, grazie ad essa, potevo conoscere altre persone con la stessa passione. È stata un’esperienza non tanto lunga ma molto forte.

- Non tanto lunga? Quanto è durata la sua pratica?
Se parliamo del Karate andiamo dal 1967 fino al 1973. Io e Ghinolfi, avevamo iniziato insieme, cominciammo a praticare a Genova sotto la guida del Maestro Multari. Dopo aver fatto un anno di preparazione con lui proseguimmo con il Maestro Parisi con il quale, nel 1970, passammo l’esame di cintura nera. Con noi praticava Ennio Falsoni, un bravo Karateka.

- Che cosa significa ancora adesso l’Arte?
Che dire, è un bel ricordo e niente più, ormai ho smesso, ne sono “uscito fuori” però resta una bellissima esperienza. Diciamo che ha anche ampliato i miei orizzonti per quanto riguarda la vita al di fuori di essa. Ancora adesso quando assisto ad una manifestazione sono sempre entusiasta di vederla, anche se devo ammettere che, rispetto ai miei tempi noto una certa decadenza nella qualità che mi pare più limitata.

-Che tipo di decadenza?
Non vedo più quell’etica di Arte Marziale che ci era stata insegnata dal Maestro Parisi (o quando partecipammo ad uno stage con il Maestro Shirai). Il Karate ora è molto diverso da quello che si praticava ai miei tempi, e non mi lamento solo della preparazione atletica, ma anche dell’Arte da intendere come disciplina e modo di vivere.

-Grazie per la disponibilità ed il tempo concessomi.
Di niente, grazie a te.